Tarro: “Un virus per cui serve una cura più che un vaccino”

Dal virologo di fama mondiale il consiglio: ANDARE AL MARE!

Il Professore Giulio Tarro è Primario Emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno” (Napoli); Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT –  UNESCO (Parigi); Rettore dell’Università Tommaso Moro U.P.T.M. (Roma); Presidente della Fondazione  de Beaumont Bonelli per le ricerche  sul cancro (Napoli).

Gentile Professore Tarro, diciamo subito cosa è il Coronavirus? È stata definita la “peste 4.0”

Il Covid 19 sta facendo il suo decorso. È un virus che è meno aggressivo nei giovani e bambini. I casi di polmoniti interstiziali e trombo-embolici polmonari che abbiamo potuto osservare si riferiscono infatti ai soggetti anziani e con patologie pregresse.  Ritengo che non ci sia nessuna evidenza scientifica per cui si possa affermare che il virus sia stato creato in laboratorio. Numerosi ricercatori sono andati a predire le sequenze genetiche del Covid-19 evidenziando una percentuale di differenza dal virus del pipistrello ma ciò probabilmente è dovuto al fatto che ci sono stati vari passaggi con un animale intermedio come il pangolino, non perché sia stato modificato artificialmente. Tra l’altro è noto che in genere un virus può mutare in appena cinque giorni. Il Covid 19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, ricomparire come la MERS, ma in maniera localizzata o cosa più probabile diventare stagionale come l’aviaria».

Chi ne guarisce sviluppa una immunità?

Il periodo di incubazione esteso fino a 14 giorni rappresenta non solo il tempo necessario per la replica virale e quindi la sintomatologia, ma anche per stabilire la sua contagiosità.  E’ un fatto che la libera circolazione del virus aumenta le possibilità di contagio ma anche l’immunizzazione e quindi la protezione dalla malattia. Se il virus circola produrrà un’infezione e l’infezione porterà anche la risposta dell’organismo con degli anticorpi, quindi questi soggetti saranno immuni. Il soggetto asintomatico è anche infettante, ma una volta prodotti gli anticorpi il virus viene neutralizzato e pertanto diventa guarito e non più contagiante.

Si parla di una possibile cura dal plasma del sangue di chi è guarito, è la strada giusta?

Ha senso concentrarsi su questa terapia perché abbiamo già a nostra disposizione gli anticorpi dei guariti che possiamo ricavare con la plasmaferesi, una tecnica di separazione del sangue che viene usata per diversi scopi. La cura con il plasma dei pazienti guariti da Covid-19 si sta sperimentando in tutto il mondo. In Italia si stanno ottenendo dei risultati positivi a Pavia, Modena e Salerno. Inoltre, voglio ricordare che non ci troviamo di fronte a una terapia sperimentale da dover studiare o da concedere in via compassionevole. È una pratica conosciuta da secoli, utilizzata anche da Pasteur nell’Ottocento: si sono sempre prelevate le gammaglobuline dai guariti per curare i malati. Se il virus ha come sembra una variante cinese e una padana, sarà complicato averne uno che funziona in entrambi i casi esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto. Per questo serve una cura più che un vaccino.

con Alberti Sabin, creatore del vaccino contro la polio

Il sistema sanitario e la ricerca scientifica in Italia come hanno reagito?

Per permettere alle strutture sanitarie interventi mirati dobbiamo fare a meno di una informazione che provoca ansia e piena di falsi appelli “a non farsi prendere dal panico”, perchè a questo punto anche una influenza stagionale non dico dell’anno scorso, ma di quegli anni in cui effettivamente è stato notato un incremento dei casi – vedi l’aviaria, la suina, quella stessa di quest’anno – avrebbero potuto portare ad una simile emergenza.

Come dobbiamo affrontare i prossimi mesi: potremmo andare al mare?

Il virus per diffondersi ha bisogno di spazi chiusi, scarsa ventilazione o sistemi di aria condizionata, temperature basse o umide. Il mare e la spiaggia sono l’esatto contrario di questo microclima propizio, quindi a mio avviso si deve assolutamente andare al mare.

È possibile che un virus possa costituire una minaccia globale?

«…». PER L’ECONOMIA SICURAMENTE

Marina D'Apice

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