Disturbi d’ansia: è allarme per bambini e adolescenti

D’Arienzo: “Le situazioni a rischio vanno affrontate, non evitate”.
Prevenzione, diagnosi e cura: i consigli della Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

“L’ansia non è solo una cosa da grandi: tornando indietro  con la memoria a quando eravamo bambini, alcuni di noi potrebbero ricordare esperienze di forte paura, preoccupazione o ansia”. Per la dottoressa Olga D’Arienzo, specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, “i disturbi d’ansia rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva. Molte ricerche mostrano che i disturbi d’ansia nell’infanzia sono associati a disturbi d’ansia in età adulta, disturbi depressivi e uso di sostanze psicoattive”. Le categorie diagnostiche dei disturbi d’ansia sono numerose e comprendono, tra le altre, la fobia specifica, il mutismo selettivo e il panico.

Quali sono i principali fattori alla base dei disturbi d’ansia?
Secondo Rapee, professore e ricercatore presso La Royal McQueire University in Australia, i fattori sono tre: quelli genetici, il temperamento del bambino e i fattori ambientali. E’ chiaro che hanno poi un’incidenza diversa, e più o meno accentuata, a seconda dei casi.

C’è una sintomatologia dei disturbi d’ansia?
Come nell’adulto anche l’ansia nei bambini è caratterizzata da pensieri specifici, come ad esempio pensieri che riguardano il timore che accadano “cose brutte” alle persone care, o pensieri circa la paura di non farcela. Anche nei bambini l’ansia può trovare espressione attraverso il corpo sotto forma di sintomi somatici quali cefalea, vomito, dolori addominali o agli arti, oppure si può osservare una riduzione della capacità di attenzione e la comparsa nel bambino di distrazione e svogliatezza. Nei bambini e negli adolescenti l’ansia si manifesta principalmente con preoccupazioni relative agli impegni scolastici o alle prestazioni in generale, come gli impegni sportivi, o gli impegni sociali.

Che effetti produce nella quotidianità una situazione di ansia?
Il bambino ansioso vive costantemente un vago sentimento d’oppressione, “un peso” associato a un atteggiamento di attesa di un avvenimento vissuto come spiacevole e imprevisto.

Cosa si può fare per prevenire certi disagi?
Il riconoscimento precoce di un problema d’ansia e una corretta presa in carico del problema può ridurre il rischio che si sviluppino problemi più gravi in una fase successiva, o che s’instaurino delle patologie. E’ chiaro che molto dipende dalla collaborazione di bambini e adolescenti. Per sviluppare un’adeguata terapia cognitiva per i disturbi d’ansia con i bambini e con gli adolescenti è necessario introdurre i genitori e il bambino al concetto di legame tra situazioni, pensieri ed emozioni.

Dottoressa, quali sono i suggerimenti che dà ai genitori dei bambini con disturbi d’ansia in terapia?
Prima di tutto di spiegare al bambino cosa sono l’ansia e la paura. I bambini, come gli adolescenti, vanno ascoltati per comprendere le loro emozioni e premiati per gli sforzi e i piccoli risultati. E’ importante anche capire che le situazioni ansiogene non vanno evitate, ma bisogna piuttosto imparare a monitorare e identificare i pensieri ansiosi, in modo da identificare e mettere in discussione le conseguenze dell’evento temuto. I genitori devono inoltre imparare a gestire la loro eventuale ansia e a mantenere la calma, basandosi necessariamente su una valutazione realistica dell’evento ansiogeno.

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