Desiderio: ”Con il Kenya è stato amore a prima vista”
Il consulente irpino di sviluppo internazionale è impegnato in attività a sostegno del commercio del paese africano
Danilo Desiderio è un consulente di sviluppo internazionale specializzato in dogane e facilitazione del commercio. Lui, brillante professionista irpino, aiuta i paesi, soprattutto in Africa, a sviluppare la loro legislazione in campo doganale e commerciale per facilitare i traffici ed aumentare il grado di apertura al commercio internazionale.
Oggi è il direttore della società Desiderio Consultants, una Think Tank che, grazie ad una rete di esperti professionisti, elabora e sviluppa l’introduzione di regolamentazioni, procedure e tecniche volte a facilitare il commercio, promuovendone l’utilizzo presso le autorità pubbliche. In Italia offre assistenza a 360 gradi alle aziende italiane che desiderano insediarsi o necessitano di supporto per avviare operazioni commerciali in Africa.
Ho iniziato questa attività quasi per caso – ci racconta – dopo essermi abilitato come avvocato ed iniziato a lavorare con mio padre, che aveva uno studio legale ad Avellino: ho sentito presto il bisogno di fare qualcosa di diverso che fosse più gratificante che frequentare le aule dei Tribunali. Nel 2003 sono stato nominato dall’ICE (poi Italian Trade Agency, ITA), un’agenzia governativa che si occupa della promozione dei traffici commerciali italiani all’estero, consulente per un progetto di assistenza alle imprese italiane interessate al commercio con l’Africa. Più tardi entro in contatto con il Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali (CNSD): oggi sono consigliere del Presidente in materia doganale. Grazie al CNSD collaborerò negli anni a seguire con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento Politiche Europee) per sviluppare analisi delle legislazioni doganali dei Paesi che avevano presentato richiesta di ingresso nell’Unione Europea. Ho lavorato con molte altre società di consulenza di sviluppo internazionale per progetti in vari paesi africani come Marocco, Senegal, Gambia, Etiopia, Uganda, Nigeria, Sudafrica, Egitto, e molti altri”.
Quando è arrivato in Kenya?
In Kenya sono arrivato circa 4 anni fa per un progetto finanziato dalla Banca Africana di Sviluppo per la creazione di una struttura posta al confine con l’Etiopia dove dovevano andare ad installarsi tutte le agenzie di frontiera dei due paesi. Il mio compito era quello di organizzare tutte le procedure di controllo delle persone, merci e mezzi di trasporto che attraversavano il punto di frontiera, coordinando un pool di esperti specializzati. Nel giugno 2019 ho costituito la mia società in Kenya, a Nairobi, ho chiuso la mia partita IVA in Italia, mi sono cancellato dall’albo degli avvocati ed ora sono io che partecipo direttamente alle gare indette da organismi intergovernativi e donors internazionali finalizzate alla fornitura di assistenza tecnica ai paesi africani nei settori doganale e commerciale.
La mia società, che ho chiamato Desiderio Consultants Limited, oltre a partecipare a progetti di assistenza di settore, studia le principali novità in ambito di regolamentazione e procedure doganali e commerciali a livello mondiale, analizzando le migliori pratiche e fornendo raccomandazioni per la loro implementazione nei paesi in via di sviluppo.
Ci racconti di un incontro particolare o di una esperienza che appariva complessa e che poi ha dato risultati concreti.
Un’esperienza che non potrò mai dimenticare, e che mi ha dato enormi soddisfazioni, riguarda un progetto che ho seguito nel 2014 finanziato dalla Banca Mondiale: in 6 mesi ho dovuto analizzare la normativa doganale di 21 paesi africani e proporre modifiche ai loro quadri legislativi e regolamentari in campo doganale per allinearla al Codice Doganale del COMESA, le “Common Market Customs Management Regulations”.
Ricordo in particolare l’esperienza nelle isole Comore: ho passato un’intera giornata ad illustrare le modifiche a cui avevo lavorato, ma dopo pochi giorni mi è stato comunicato che tutto quello che avevo proposto era stato accettato senza riserve e che si era tramutato in un cambio effettivo della legislazione doganale del paese.
Perché ha deciso di stabilirsi proprio in Kenya?
Ho subito amato questo paese. Mi sono sentito a casa dal primo giorno che sono arrivato qui. Del Kenya amo tutto: il posto, la gente, lo stile di vita. È stato amore a prima vista. A volte rimango sorpreso della semplicità degli africani in genere e della loro capacità di lasciarsi scivolare addosso tutto, anche i problemi più gravi. Forse abbiamo qualcosa da imparare da loro, e soprattutto dovremmo iniziare a ragionare sul fatto che non si vive in funzione del lavoro, ma che si lavora in funzione del vivere.