Candida Livatino

 Candida Livatino

La grafologia, un viaggio alla scoperta del sé

La grafologia (dal greco γραφή: scrittura e λογεῖν: studiare) è una tecnica che consente di dedurre caratteristiche psicologiche, emotive e caratteriali di un individuo attraverso l’analisi della sua grafia, partendo dal presupposto che la scrittura e il segno siano espressione grafica di un processo neuronale automatico, capace di portare in superficie anche ciò che l’inconscio non riesce (o non vuole) esprimere. Questo metodo d’indagine esiste da decenni e ultimamente ha trovato uno spazio di grande credibilità e visibilità, grazie anche alla preparazione e alla serietà di persone come Candida Livatino, giornalista pubblicista, perito grafologo, autrice di ben quattro libri “I segreti della scrittura”, “Le sfumature della scrittura”, “Scrivere con il cuore” (pubblicati da Sperling & Kupfer) e “Dagli scarabocchi alla firma”, edito da Mursia. È curatrice di una rubrica settimanale all’interno di Studio Aperto, scrive per Panorama, Confidenze, Vero, Profilo Salute, Business People e AZ Franchising. Vincitrice del Premio “Barocco” nel 2013 e del Premio “Bronzi di Riace nel 2019, è spesso ospite, in qualità di esperta, a Mattino Cinque, Pomeriggio Cinque, Domenica Live e Quarto Grado. 

Il segno può essere interpretato come una chiave di lettura dell’essere umano?

 Sicuramente sì, infatti, come diceva padre Girolamo Moretti, fondatore della grafologia scientifica: “la mano traccia il gesto ma è l’anima che esprime la forma”. In un certo senso quindi, analizzando la scrittura, possiamo leggere l’anima di chi ha generato il segno.

L’analisi della grafia può svelare anche le affinità di coppia?

 Ci sono dei segni che denotano chiaramente delle affinità e altri delle problematicità fra due individui, tanto che mi è capitato di aver fatto l’analisi di coppie di fidanzati e di aver ravvisato delle criticità nella loro unione. A distanza di anni sono infatti tornati confermandomi che il matrimonio, purtroppo, non aveva funzionato, nonostante la profondità dei loro sentimenti.

Quali sono i settori di applicazione professionale della grafologia?

Nei tribunali, per periziare testamenti, scritture e documenti di vario genere; in ambito scolastico come supporto all’infanzia in difficoltà (attraverso il disegno è possibile ottenere informazioni ed evidenziare problematiche che il bambino non è in grado di esprimere a voce) o per valutare le predisposizioni attitudinali dopo la terza media; nelle Aziende, soprattutto per quanto concerne la selezione del personale poiché, attraverso l’interpretazione del segno, è possibile delineare le caratteristiche dell’individuo e la compatibilità dello stesso con il ruolo da ricoprire.

Come procede per effettuare un’analisi grafologica?

Inizialmente osservo la scrittura e mi lascio pervadere dalle prime sensazioni, poi estrapolo i singoli segni interpretandoli per il loro significato e in relazione agli altri e al contesto generale. Alla fine, ottengo un quadro di sintesi preciso in cui tutti i pezzi combaciano, come in un puzzle. Si tratta di un lavoro molto lungo e meticoloso, di grande responsabilità e che richiede una grossa preparazione, ma anche una buona dose di sensibilità e intuito perché, oltre agli aspetti tecnici, bisogna essere in grado di cogliere le sfumature. 

È palese che la grafia cambi nel tempo e con l’età: ci sono delle caratteristiche tipiche a seconda delle fasi della vita?

Certo, nelle adolescenti, ad esempio, è molto comune l’uso del cerchio sulla lettera “i” invece del puntino: ciò indica sia la voglia di apparire sia il bisogno di essere “viste” dalla Società. Lo stesso tratto, nella scrittura di un’adulta, potrebbe invece avere una connotazione narcisistica.

È possibile riuscire a cogliere anche variazioni di stati d’animo momentanei?

Partendo dal presupposto che la scrittura, nonostante le possibili somiglianze a livello visivo, è qualcosa di unico, personale e irripetibile, come un’impronta digitale, e che i segni “cardine” (quelli di base) permangono inalterati nel tempo, altri invece variano con il mutare delle emozioni: durante il periodo del Covid, e anche nei primi mesi della guerra in Ucraina, ho riscontrato infatti spessissimo la presenza di tratti indicanti depressione e stress.

Quali per esempio?

L’andamento: se la scrittura tende ad andare verso il basso (in questo caso si dice “discendente”) indica tristezza, mancanza di energia e, a volte, depressione; tremolii e scatti denotano irrequietezza, tensione e forte stress (indice di un’ansia che rende la mano malferma); un “calibro” (ampiezza) che si rimpicciolisce è un segnale classico di chiusura e difesa. 

Che cosa indica l’uso dello stampatello al posto del corsivo?

Lo stampatello è una scrittura spersonalizzata e denota un mascheramento: non a caso quando devo fare l’analisi delle lettere anonime per conto del Tribunale, sono tutte scritte in stampatello. Scrivere in stampatello è un po’ come usare il computer: è più facile e veloce, ma omologa le persone.

La firma ha un valore e un significato speciale, vero?

Sì, perché è il nostro biglietto da visita e rappresenta l’“IO sociale”: come vogliamo mostraci agli altri e come vogliamo essere visti. La firma, a differenza dello scarabocchio (che è il primo tratto istintivo), è il risultato della nostra evoluzione ed è più “strutturata e studiata” quindi, se si discosta molto dalla grafia del testo, significa che l’individuo tende a mostrarsi diverso da come è nella realtà.

Ha analizzato anche le scritture di molti protagonisti della cronaca nera. C’è qualche indizio che possa indicare una natura violenta o uno squilibrio mentale?

Alternare stampatello e corsivo, lettere aperte e chiuse, accelerazioni e arresti o una scrittura schizofrenica, priva di qualsiasi linearità, può identificare un conflitto interiore che deve essere risolto e un’analisi precoce potrebbe evidenziare il pericolo, magari evitandolo.

La grafologia è anche una sorta di macchina del tempo perché ci permette di delineare la personalità di personaggi del passato.

È vero: noi magari conosciamo le gesta o le opere di Galileo, Napoleone, Cristoforo Colombo, etc., ma gli atti e i documenti difficilmente ci raccontano le loro fragilità, i dubbi, il carattere, che si possono invece ricostruire attraverso l’analisi della scrittura, entrando in contatto con la parte sottile di una persona che non c’è più fisicamente.

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