Architetti per passione
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irpinitaly
- 8 Novembre 2023
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Come costruiamo un ponte
professionisti-commitenti
L’opera di architettura va concepita attraverso una minuziosa ricerca degli obiettivi da conseguire, che vanno esaminati attraverso il confronto con i committenti per recepire i desideri e i gusti, le visioni e le aspirazioni, l’entusiasmo e, perché no, il piacere di “costruire” che alla fine trovano una sintesi nel lavoro che si andrà a realizzare”. “Archingegno Associati” è un’associazione professionale di architettura che opera sul territorio da 30 anni. Sposati con due figli, Antonia 27 anni laureata in Architettura e impegnata in un’azienda a Milano ed Andrea 24 anni neolaureato in Ingegneria Informatica, Tommy Razza e Marietta Giordano sono una coppia di architetti che coniugano lavoro e famiglia.
Marietta Giordano ci tiene a sottolineare sin da subito un concetto: “Passione, lavoro e famiglia sono i temi centrali della nostra vita. Abbiamo scelto di occuparci di fasi diverse dell’attività lavorativa avendo così la possibilità di creare un continuo interscambio volto alla crescita personale e professionale della nostra coppia. Insieme abbiamo intrapreso un percorso legato allo studio condiviso e alla professione, il vero leit motiv della nostra vita. Siamo partiti da zero, senza alcun tipo di appoggio familiare. Siamo stati gli artefici di una vera e propria costruzione della nostra professione e dei nostri obiettivi”.
Le chiediamo quanto oggi sia importante garantire la sicurezza dei fabbricati in relazione alla sostituzione edilizia: “E’ un aspetto fondamentale. Nelle zone a rischio sismico andrebbe garantito, per quanto possibile, l’adeguamento sismico dei fabbricati: anzi sarebbe opportuno procedere con una sistematica sostituzione di edifici non sicuri da un punto di vista sismico in modo da realizzare manufatti che siano al tempo stesso energeticamente sostenibili. Ad esempio, i centri consolidati residenziali nati con il boom della speculazione edilizia, andrebbero sostituiti con edifici più sicuri tenendo conto del dovuto rispetto delle normative urbanistiche vigenti che prevedono il RI.U.SO (Riqualificazione Urbana SOstenibile) e consumo di suolo zero”.

Un passaggio obbligato sul mood dello studio professionale, ma anche sul tema architettura e sulla città di Avellino lo abbiamo tracciato insieme a Tommy Razza: “Abbiamo iniziato nel 1991 in coda al periodo della cosiddetta ricostruzione post sisma ‘80, un treno che professionalmente non abbiamo preso, che per l’Irpinia è stata un’occasione persa. Abbiamo deciso di puntare la nostra attività sulla qualità dei progetti che abbiamo proposto e quasi sempre realizzato rivolgendoci prevalentemente ad una clientela privata che ci ha accordato fiducia ed alla fine apprezzato la nostra integrità morale, la nostra professionalità, competenza e serietà. Con tale tipo di approccio abbiamo anche approfondito con passione l’architettura d’interni realizzando appartamenti privati, uffici ed attività commerciali e di ristorazione”.
Sul tema Marietta Giordano aggiunge: “Ci siamo dedicati alla cura dei dettagli con uno studio sempre attento ai nuovi materiali e alle nuove tecnologie, tenendo in considerazione, progetto per progetto, le finalità che i nostri committenti ci sottoponevano e che abbiamo raggiunto insieme, strada facendo. A noi piace il confronto diretto con i clienti perché da un interscambio di idee non può che nascere quello che alla fine diventa un progetto condiviso, fattibile, personalizzato e collegato al gusto del committente e di chi andrà a vivere o ad utilizzare gli spazi che insieme abbiamo realizzato. Non basta creare un mero disegno architettonico, ma occorre un’impronta che parta dall’immaginazione e dalla creatività. Creare e realizzare un’opera, un progetto, deve garantire la soddisfazione funzionale ed estetica della committenza, al di là della sua valenza oggettiva”.
Con Tommy Razza facciamo qualche passo indietro sullo studio associato e sulle esperienze maturate: “Per circa dieci anni siamo stati anche i tecnici di fiducia della Diocesi di Avellino, ci siamo occupati del restauro di molte chiese della provincia irpina. I fondi post sisma sono giunti con notevole ritardo, quindi si è dovuto operare tenendo conto anche dell’utilizzo di finanziamenti a carattere europeo. Una mia idea su Avellino e il post sisma? Credo che in particolare per le zone centrali e vitali, da un punto di vista sociale ed economico della città, avrei puntato su costruzioni moderne, di gusto contemporaneo, rispetto a brutte copie del preesistente. Non c’è l’abitudine consolidata di apprezzare costruzioni di gusto architettonico contemporaneo perché non c’è l’abitudine a leggere il tessuto urbanistico in relazione all’evoluzione temporale dello stesso. Dove si provvedeva a sostituire gli edifici da abbattere, anche in un tessuto vitale come il Corso principale di Avellino, avrei preferito un’architettura nuova, contemporanea e di richiamo da un punto di vista architettonico, come accaduto in tante città europee che hanno convertito la loro vocazione da un punto di vista sociale e culturale. Un esempio può essere rappresentato da quanto successo a Bilbao…un ex centro a vocazione siderurgica, caratterizzato dalla presenza di vecchie palazzine che sono state riconvertite ad un uso turistico. Poteva accadere anche ad Avellino ma andava individuata una linea guida con un’idea di città che sarebbe stata a misura d’uomo e di visitatore, godibile anche dal punto di vista dell’attrazione culturale”.
