De Pascale

 De Pascale

Monumento storico di Avellino

Un monumento è un’opera artistica o architettonica che, per il suo prestigio storico o il suo significato, acquisisce speciale valore culturale o morale. Stando così le cose, i tre monumenti principali di Avellino sono senz’altro la Torre dell’Orologio, la Fontana di Bellerofonte (o dei tre cannuoli) e la pasticceria De Pascale.

Punto di riferimento da generazioni, è riuscita a stare al passo con in tempi mantenendo un’identità forte che l’ha cristallizzata nelle abitudini e nell’affetto degli avellinesi nonostante le fisiologiche
trasformazioni.
«D’altronde il nostro punto di forza, e cioè le paste di grandi dimensioni della tradizione campana, è rimasto sempre lo stesso. Le ricette sono identiche e, anche se nel tempo sono cambiate le normative o i modi di fare i semilavorati, siamo riusciti a garantirne la replicabilità. Il nostro must resta il babà, vengono perfino da Napoli a prenderlo», dice Roberto De Pascale, che oggi gestisce l’attività insieme al fratello Francesco.

«Essere un simbolo della città è motivo di grande orgoglio, ma anche una responsabilità. Ci spinge a non abbassare mai gli standard. Amiamo la nostra terra, e anche se ne conosciamo i difetti siamo sempre pronti a difenderla».

De Pascale è una delle poche imprese ultracentenarie della provincia ufficialmente censite da UnionCamere: «È un riconoscimento che viene attribuito soltanto a chi riesce a documentare la continuità commerciale. La prima bottega è sorta nel 1850 nei pressi della Caserma Berardi per mano di Vito, il mio bisnonno». Dopo è passata a nonno Francesco, a Sabino, ad Antonio, mentre la bottega si spostava prima al Corso, poi a Via de Concilii nel post-terremoto, e di nuovo finalmente nella via principale.
Roberto si occupa della parte amministrativa e burocratica, «che non è differente, anche per una piccola realtà artigianale, da quella di una grande azienda, soprattutto per la rintracciabilità degli alimenti. Mantenere la qualità non è semplice, dietro ci sono molti sacrifici. Ma chi viene da noi conosce la reputazione che c’è dietro il nostro nome e ha delle aspettative che non possono essere deluse».
Passato e presente sono un tutt’uno da De Pascale, perché «non seguiamo le mode, le cavalchiamo restando noi stessi. I nostri sapori li ritrovi sempre, come il ragù della nonna. Il progresso è arrivato, soprattutto nelle strumentazioni. Ma da noi la tecnologia è al servizio della tradizione. Le mode vanno e vengono. Se noi siamo qui da oltre 150 anni un motivo ci sarà».

Anche Francesco De Pascale, che si occupa dell’enoteca che ha sostituito la salumeria dei vecchi tempi, la pensa così: «Propongo i vini che piacciono a me, che valgono. Non assecondo le tendenze e le richieste dei clienti. I fruitori vanno anche educati, altrimenti culturalmente non si cresce. Faccio questo lavoro da quasi 30 anni, ho studiato e viaggiato tanto. Se il professionista sono io, i clienti devono anche fidarsi delle mie scelte. Ho il dovere di esser un apripista del settore, di alzare l’asticella della qualità. Non c’è nulla da inventare nel mondo del vino, c’è solo da scoprire e riscoprire, e da imparare sfumature e dettagli di zone e piccole realtà che spesso non conosciamo. Le variabili in questo mondo sono tante, non possiamo mai dire di sapere tutto». Inoltre Francesco non propone i vini irpini solo perché tali, «tipo “raccomandati”. Sul territorio moltissime attività già lo fanno, legittimamente. Ma io ho scelto per l’enoteca “De Pascale” una vocazione diversa: diffondere agli avellinesi la conoscenza di vini italiani, europei, mondiali, dopo averli studiati da vicino. E dell’Irpinia propongo una selezione accurata, che quindi assume un valore in assoluto in un’enoteca così variegata».

Le novità, nel tempo, non sono mancate: «Da poco abbiamo completato la gamma della gelateria – riprende Roberto – riportando i cavalli di battaglia della pasticceria in vaschetta. L’accurata scelta delle materie prime resta il cardine ed Emilio Maratea, gelatiere che può vantare tre coni Gambero Rosso, è stato il nostro consulente. Poi siamo sbarcati sulla piattaforma Deliveroo, ma con degli orari ben precisi».
Anche in questo, infatti, De Pascale guarda indietro: «Non ci siamo piegati alle esasperazioni della globalizzazione. Non facciamo orario continuato o fino a tardi. La nostra attività è a dimensione d’uomo, cosa che una città come Avellino ancora concede di apprezzare».

Ieri o oggi sono ben chiari per De Pascale. Cosa c’è nel domani? « Le attività come questa viaggiano sulle gambe di chi vuole portarle avanti. Spero che saremo in grado di riuscire a trasmettere ai nostri figli la passione per questo lavoro, senza obbligarli, in modo che scelgano liberamente di proseguire», è l’augurio di Roberto.
«Essere qui da tanto tempo ci dà credibilità – conclude Francesco – Mantenerla è un obbligo e un onore».

Quarantotto pagine, patinate e a colori. Un sito agile ed intuitivo. Free-press bimestrale e giornale online, per un'Irpinia come non l’avete mai vista. Che siate irpini, oppure no